Dal nostro orto

 

IL NOSTRO ORTO O MEGLIO I NOSTRI ORTI OFFRONO
A SECONDO DELLE STAGIONI……..:
TRA STORIA , CURIOSITA’ , PROPRIETA’ ORGANOLETTICHE e RICETTE

 

AUTUNNO – INVERNO

 

FINOCCHI

Il finocchio  è una pianta dalle importanti proprietà digestive, ma è amico di tutto l’apparato gastrointestinale. Ricco di minerali e vitamine, è noto anche per le sue qualità depurative: croccante e piacevolmente profumato. Ha la capacità di evitare la formazione di gas intestinali e contiene anetolo, una sostanza in grado di agire sulle dolorose contrazioni addominali. Il finocchio ha, inoltre, proprietà depurative, in particolare a carico del fegato e del sangue. Ha, inoltre, potere antinfiammatorio. È composto principalmente d’acqua; tra i minerali il più presente è il potassio; contiene vitamina A, vitamina C e alcune vitamine del gruppo B. È discretamente ricco di flavonoidi. Apporta pochissime calorie. Il clima migliore per la sua coltivazione è temperato, ma più tendente al caldo che al freddo.

Curiosità: Il finocchio viene consigliato nella dieta per le donne che allattano. Si dice che faciliti la produzione di latte. In realtà, invece, il finocchio contribuisce soprattutto a renderne più gradevole il sapore. Da dove deriva il termine infinocchiare? Il finocchio altera la funzionalità delle papille gustative; quindi, dopo aver mangiato finocchio, tutto sembra più buono e più dolce. Gli osti non troppo onesti erano soliti offrire finocchi agli avventori prima di servire loro pessimo vino, per mitigarne il gusto. Da qui il termine infinocchiare.

Ottimo crudo, ma anche cotto. Ecco un modo semplice per consumarli cotti, finocchi gratinati: Tagliare a strisce tre o quattro finocchi e sbollentarli in acqua salata. Versare poco olio d’oliva sul fondo di una pirofila e rivestire di pan grattato. Sistemare i finocchi precedentemente sbollentati e scolati; condire con tanto pan grattato, un cucchiaio di parmigiano e un filo di olio d’oliva. Cuocere in forno a 180 gradi per 15 minuti circa.



CAVOLI

La verza è una delle tante varietà di cavolo. Presenta foglie grinzose, increspate e con nervature prominenti di colore verde intenso. Le foglie interne sono bianco-giallastre. La forma della parte edule (denominata testa o palla) può essere sferica o subsferica, appiattita o conica. Il cavolo verza contiene vitamina A, vitamina C e vitamina K e sali minerali come potassio, ferro, calcio, fosforo e zolfo. Tra le sue proprietà ricordiamo quelle antinfiammatorie e protettive per l’apparato gastrointestinale. Il cavolo è una delle verdure più nutrienti e salutari del mondo. Dovrebbe essere considerato fondamentale per la nostra alimentazione, per via della ricchezza e varietà delle sua proprietà benefiche.

Si può consumare crudo in insalata o cotto ad esempio facendo il crauti ecco la ricetta: Pulite il cavolo, lavatelo e tagliatelo a listarelle. In un tegame scaldate l’olio, aggiungete il cavolo, salate, spruzzatelo con il brodo caldo, coprite e cuocete a fuoco basso per 45-60 minuti . Circa a metà cottura irrorate la verdura con l’aceto e regolate il sale. Ritirate e servite sia caldo, sia freddo, in entrambi i casi il sapore è gradevole. Volendo, potete aggiungere ai crauti già cotti delle luganeghe punzecchiate con i rebbi di una forchetta e cuocerle per circa 10 minuti.



CAVOLFIORE


I cavolfiori sono una verdura tipica della stagione fredda. Grazie al limitato contenuto calorico e all’elevato potere saziante, i cavolfiori sono perfetti anche per chi segue una dieta dimagrante. Essendo ortaggi delicati, e dunque facilmente deperibili, è consigliabile consumarli freschissimi, anche per poter beneficiare pienamente delle loro proprietà. I cavolfiori sono ricchi di minerali e vitamine, in particolare vitamina C. Sono, inoltre, alimenti antiossidanti e antinfiammatori. Sono indicati in caso di diabete in quanto contribuiscono, con la loro azione, al controllo della glicemia. Alcuni recenti studi scientifici attribuiscono loro proprietà anticancro. I cavolfiori, inoltre, aiutano a regolare il battito cardiaco e a tenere sotto controllo la pressione arteriosa; stimolano il funzionamento della tiroide e sono utili nell’alimentazione di chi soffre di colite ulcerosa. Un vero toccasana!

Curiosità: I cavolfiori, si sa, durante la cottura emanano un odore non particolarmente gradevole; c’è, però un modo di neutralizzarlo: mettere sul coperchio un pezzo di pane raffermo bagnato nell’aceto.

Vengono generalmente consumati cotti e vi sono mille ricette per il loro impiego eccone una: Cavolfiori gratinati. È una ricetta molto semplice, ideale come contorno, e poco calorica: lavare e tagliare a pezzi il cavolfiore e metterlo a cuocere in acqua bollente salata per circa 20 minuti. Ungere di olio una pirofila e rivestire il fondo e i bordi con pan grattato. Versarvi il cavolfiore cotto, dopo averlo scolato bene. Spolverare con abbondante pan grattato e una manciata di parmigiano; aggiungere un cucchiaio di olio d’oliva. Cuocere in forno a 180 gradi per 15 minuti circa. Per conferire a questo piatto un gusto più speziato, si può aggiungere una manciata di pepe nero.



ZUCCHE

Le zucche appartengono alla famiglia delle cucurbitacee: contano centinaia di varietà, divise in varie specie, provenienti da ogni parte del mondo, che differiscono fra loro in forma, aspetto della buccia e qualità della polpa. Importante che la zucca sia matura, soda e compatta; colpita con le nocche deve emettere un suono sordo. La buccia non deve presentare ammaccature o fessure; il picciolo deve essere saldo, né umido né troppo secco. Buccia e semi danno uno scarto del 35% circa. La pianta della zucca è rustica e robusta, coltivabile in terreni poco fertili e non irrigabili: le zucche si conservano intere per tutto l’inverno in un luogo fresco, buio e asciutto. Una volta tagliate si conservano in frigorifero e vanno consumate nel giro di qualche giorno. La zucca è ricca di vitamina A, C e di betacarotene, di minerali quali potassio, calcio e fosforo; è ricchissima di acqua (94%), con una percentuale molto bassa di zuccheri semplici. È quindi ipocalorica e giova al pancreas, aiuta a regolare il livello di zucchero nel sangue ed è utile in caso di diabete, ipoglicemia e ipertensione, con effetto diuretico e sedativo. Alla zucca sin dall’antichità vengono attribuite proprietà calmanti: è indicata per chi soffre di ansia, nervosismo e insonnia. Possiede capacità digestive, rinfrescanti, lassative e svolge una consistente azione antiossidante e antinfiammatoria, è indicata nei disturbi gastrici e prostatici, consigliata per la prevenzione dei tumori. Per uso esterno, la polpa di zucca ridotta in poltiglia ha un effetto lenitivo sulle infiammazioni cutanee, mentre la buccia è utile in caso di scottature. Rinomate sono anche le virtù cosmetiche della polpa, con la quale si preparano maschere di bellezza per dare tonicità e luminosità alla pelle. L’alta percentuale di betacarotene della zucca favorisce inoltre l’abbronzatura.

Le molteplici varietà di  zucche si prestano ad infiniti usi in cucina sia come ingredienti per minestre e paste ripiene sia in un utilizzo esclusivo, per cui è difficile individuare una ricetta tipica che varia inoltre da regione a regione.



SPINACI

La Spinacia Oleracea è una pianta originaria dell’Asia, probabilmente della Persia, dopo essersi diffusa nel continente asiatico dovrebbe essere stata introdotta in Europa, probabilmente in Sicilia, dagli Arabi, all’incirca nel nono secolo; da lì la diffusione del vegetale dovrebbe essere proseguita, attraverso la Spagna, fino all’Europa settentrionale. In genere si coltivano e poi si raccolgono tra novembre e marzo. Il ferro contenuto negli spinaci non è facilmente assimilabile dall’organismo umano, così come il calcio; ma per un anemico, che è alla ricerca di ferro, il paragone con la carne rossa è impietoso, poiché il rapporto è di circa uno a dieci; senza contare che il ferro contenuto nella carne è più facilmente assimilabile. Ciò non toglie che gli spinaci facciano bene, contengano anche vitamine oltre a sali minerali come magnesio, potassio, fosforo, rame e calcio, e in cucina siano estremamente versatili. Quando si cuociono gli spinaci freschi è bene tenere presente che rilasciano acqua, quindi se si sceglie di lessarli è bene farlo in pochissima acqua. Tante vitamine, tanti minerali, tanta clorofilla, che garantiscono proprietà antiossidanti, depurative e lassative. Ma anche una controindicazione, l’acido ossalico, che rende buona parte di questi componenti, soprattutto il ferro e il calcio, poco assimilabili dall’organismo, e che è sconsigliato a chi soffre di calcoli renali, o a chi deve assimilare molto calcio, ad esempio perché affetto da osteoporosi o reduce da una frattura. L’azione antiossidante, utile per la salute generale dell’organismo e per prevenire malattie cardiovascolari, è garantita da vitamine B e C (gli spinaci contengono acido folico in buone quantità), da carotenoidi, clorofilla e luteina,  questa in particolare utile alla vista. La cellulosa può aiutare come lassativo; in generale gli spinaci hanno un leggero effetto lassativo e depurativo. È bene ricordare, quando si lavano le foglie di spinaci, che lasciarle in ammollo, anche se in acqua fredda, comporta la perdita di alcuni degli elementi più importanti dal punto di vista nutrizionale.

Curiosità: Nell’immaginario collettivo, gli spinaci sono indissolubilmente legati alla figura di Braccio di Ferro: il marinaio che li divorava per diventare immediatamente molto più forte, ha contribuito non poco, a creare il mito dell’importanza degli spinaci relativamente al contenuto di ferro. Non c’è dubbio che questo ortaggio contenga una notevole quantità di questo minerale, rispetto ad altre verdure.

Gli spinaci in cucina mostrano estrema versatilità: possono essere consumati crudi o cotti, da soli in insalata o con altri ingredienti, lessati, preparati a vapore, ripassati in padella; possono accompagnare risotti e paste, ripieni e frittate. Da consumare crude vengono scelte le foglie più tenere, che sono comunque saporite e croccanti; con tutte le altre, basta dare libero sfogo alla fantasia, con ricette che possono spaziare dal più classico dei minestroni alla più creativa delle paste. Quando non si trovano dentro la pasta, nel senso di componenti dell’impasto, possono fare da ripieno: che si tratti di ravioli, cannelloni, crepes o altri formati, sono molte le paste che esaltano il classico ripieno con ricotta e spinaci. Passando dai primi ai secondi, basta qualche uovo per creare una delle frittate più semplici e gustose che si possano servire in tavola; se si vuole aggiungere ancora più sapore, basta tenere presente che gli spinaci si abbinano benissimo con molti tipi di formaggi e latticini, quindi si può scegliere di servirli anche come semplice contorno, ripassati in padella con formaggio a filare, o in insalata con scaglie di parmigiano.



INSALATE


Molteplici sono le varietà di insalata autunnale – invernale che si possono produrre in particolare che non patiscono particolarmente le prime gelate autunnali invernali ne ricordiamo solo alcune ricordiamo: Radicchio Pan di Zucchero  che esternamente ricorda il cavolo cinese, i ceppi di pan di zucchero sono di colore verde chiaro a completa maturazione, tutto il cespo imbianca, le sue foglie grandi, carnose e molto resistenti, sono avvolte su se stesse. Possono essere staccate ad una ad una e poi tagliate a fette. Il pan di zucchero ha un gusto leggermente amarognolo, può svolgere un’azione stimolante sul fegato e sulle vie biliari, come altri tipi di cicoria. Il pan di zucchero contiene quantità medie di sali minerali, ad esempio il potassio, vitamine, tra cui la provitamina A (betacarotene), la vitamina C e acido folico. Oltre al Radicchio Variegato e altre insalate tipo Lattuga  Gentilina, particolare importanza ricopre nel periodo autunnale invernale l’Insalata Valeriana, nota anche come “ sarset “, la valeriana è un'insalata particolare e speciale: oltre a prestarsi come decorazione per secondi piatti e pietanze, grazie alle simpatiche foglioline tonde e a cuore, è soprattutto un'insalata verde delicata, gustosa e nutriente. Ricca di minerali come il potassio, il ferro e fosforo, clorofilla e vitamine A, B, C, ha un apporto calorico basso. Depurativa, diuretica, rinfrescante, questa insalata giova a fegato e intestino. Versatile, si abbina molto bene a salse, formaggi, frutta secca.

Ecco un esempio del suo utilizzo in cucina semplice ed in abbinamento con prodotti tipici del nostro territorio. Insalata valeriana, noci e castelmagno : mettere in una terrina la valeriana e condirla con olio, pepe, aceto; aggiungervi sopra il castelmagno e le noci se uno vuole cospargere, il tutto, con un filo di miele.



CICORIA

La cicoria è una pianta erbacea tra le varietà coltivate, le cicorie si dividono in cicoria verde e cicoria rossa, quest’ultima chiamata più comunemente radicchio. Le cicorie rosse di colore rosso intensi con costole bianche e sapore amaro. È un ortaggio invernale, che non patisce il freddo autunnale invernale, la neve quando la ricopre contribuisce a renderla più tenera e ad intensificare il colore bianco delle sue costole. Contiene soprattutto potassio, grazie all'elevata percentuale di acqua, il radicchio è depurativo e perciò può essere un valido aiuto per chi soffre di stitichezza e difficoltà digestive. Ha un bassissimo potere energetico ed è quindi utile nelle diete ipocaloriche. Le fibre contenute nel radicchio sono in grado di trattenere gli zuccheri presenti nel sangue.

Si consuma principalmente cruda in insalata, ottima tagliata fine ed accompagnata da un uovo sodo spezzettato all’interno dell’insalata stessa.



RAPE

La rapa, nome scientifico Brassica rapa, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Crocifere. La rapa è un ortaggio in passato molto amato dai latini. Fino a non molto tempo fa ha risolto i problemi di molti pasti della gente povera, costituendo un punto di riferimento nell’alimentazione stagionale. Nonostante sia un ortaggio comune ha una sua importanza dal punto di vista nutrizionale. Il termine rapa si utilizza in modo generico per identificare circa 30 specie di questo ortaggio, a seconda della pianta da cui provengono, le rape si presentano sotto varie forme e colori con dimensioni molto variabili. Esistono varietà di rape molto piccole ed altre grandi con forme sferiche, allungate oppure appiattite, mentre i colori vanno dal bianco al rosa violetto. Della rapa si consuma la radice, come sappiamo tutti, solitamente cotte e il loro sapore è leggermente dolciastro. Le rape sono tendenzialmente una verdura invernale che però regala le sue primizie proprio in primavera. La rapa è una pianta annua e biennale dalla foglie molto incise dai lobi arrotondati di colore verde cupo. La semina si fa dalla fine di luglio a settembre in un terreno acido sciolto che contenga sabbia e argilla, per lo più in ampie distese. È una pianta robusta, ma soprattutto se la stagione è stata troppo arida, può essere attaccata da un insetto chiamato impropriamente pulce dagli ortolani. La raccolta delle radici si fa da autunno avanzato a primavera. Il consumo di rapa, nell’ambito di un’alimentazione varia ed equilibrata, è indicato in caso di: Stanchezza generale, per la ricchezza di vitamine e sali minerali; cistite, calcolosi renali, per l’azione diuretica e antinfiammatoria; stitichezza, per la presenza di fibre che, oltre a regolare l’evacuazione, contribuiscono ad eliminare le sostanze cancerogene presenti nell’intestino; cczema e acne, per l’azione depurativa; bronchite, raffreddore, tosse e faringite, perché le sostanze solforate fluidificano le secrezioni bronchiali, favorendone l’eliminazione; per prevenire la formazione di tumori, in particolare dell’apparato digerente, dell’utero e della mammella.

Rape e salciccia in padella: Iniziate la preparazione della salsiccia e rape in padella tagliando la salsiccia a pezzetti e ponendoli in un tegame antiaderente con lo spicchio d'aglio, il rosmarino e nessun condimento. Fate rosolare finché i pezzetti di salsiccia risultano coloriti. Nel frattempo lavate le rape asciugatele.  Tagliate a spicchi di medio spessore le rape. Togliete la salsiccia dalla padella e nel suo grasso di cottura fate insaporire le rape affettate. Regolate con moderazione di sale e pepe, quindi coprite il recipiente e cuocete per circa mezz'ora. Se alla fine le rape risultassero un po' acquose togliete il coperchio e fatele asciugare. Aggiungete la salsiccia e lasciate sul fuoco ancora alcuni minuti in modo che il tutto insaporisca bene. Disponete la salsiccia e rape in padella su un piatto da portata e completate a piacere con un'ulteriore spolverata di pepe. Servite subito.




PRIMAVERA -  ESTATE


TARASSACO o DENTE DEL LEONE  o “ VIRASUI”

Noto anche come cicorione o cicoria dei prati. Presenta una grossa radice a fittone dalla quale si sviluppa, a livello del suolo, una rosetta basale di foglie munite di gambi corti, le foglie sono semplici, oblunghe, lanceolate e lobate. È una pianta utilizzata sin dall’antichità per le sue proprietà curative, le radici e le foglie di tarassaco sono ricche di principi amari molto utili a sostenere il lavoro del fegato, uno degli organi deputati alla disintossicazione del nostro organismo. Il tarassaco contribuisce dunque a sostenere fegato e cistifellea, stimolando contemporaneamente anche il lavoro dei reni che, attraverso l’urina, porteranno fuori le sostanze che non servono. Si tratta quindi di un rimedio naturale depurativo ma anche diuretico molto apprezzato e utilizzato in caso di ritenzione idrica in particolare durante i cambi di stagione. Il tarassaco è un buon rimedio anche per chi ha il colesterolo alto dato che aiuta il fegato ad eliminare i grassi in eccesso, previene inoltre la formazione di calcoli biliari, è inoltre ricco di sostanze utili al nostro corpo come vitamine, sali minerali e antiossidanti. Tra le controindicazioni più frequenti del tarassaco c’è senza dubbio quella di poter creare una situazione di iperacidità gastrica. Da evitare se si soffre di gastrite o ulcera. Assolutamente sconsigliato durante la gravidanza o in allattamento. Pianta erbacea perenne, di altezza compresa tra i 3–9 cm.

Solitamete viene consumato crudo in insalata che puo’ essere insaporita   con un po’ d’aglio, qualche dadino di lardo o l’uovo sodo. Le foglie del tarassaco hanno un gusto piacevolmente amarognolo e sono proprio le sostanze amare (tarassicina e inulina) che presentano varie proprietà terapeutiche. Può anche essere consumato cotto.



PISELLI E TACCOLE
  

La pianta nota botanicamente con il nome di Pisum Sativum (famiglia delle Fabaceae) ci regala dei frutti piccoli di colore verde comunemente chiamati piselli. Questi legumi sono di origine antichissima, addirittura le prime testimonianze risalgono al 2000 a.C. in Asia Minore. L’Italia è uno dei principali produttori e nel nostro paese sono tra i legumi più utilizzati e apprezzati anche dai bambini. Esistono diverse varietà di piselli che differiscono un po’ tra loro per forma e colore tra cui figurano anche le taccole o i fagiolini corallo, che a dispetto del nome sono annoverati tra le specie di questo legume. I piselli vantano diverse proprietà benefiche che derivano dalle sostanze nutritive e i principi attivi in essi contenuti. Sono dei legumi particolarmente leggeri e digeribili rispetto ad altre varianti (anche in quanto poco calorici e con basse quantità di grassi) e solitamente non danno alcun problema di aerofagia o meteorismo. Quelli freschi sono ricchi di sali minerali, vitamine e acqua e dispongono di fibre utili per il benessere intestinale e per contrastare eventuali casi di stitichezza. Hanno potere antiossidante e contribuiscono a saziare. I piselli aiutano inoltre a tenere a bada colesterolo e glicemia e sembrano essere anche alleati di cuore, circolazione e sistema immunitario, grazie alla presenza di clorofilla che stimola la produzione di globuli rossi. Questi piccoli alimenti sono poi diuretici e, grazie alla presenza di fitoestrogeni, ovvero estrogeni di origine naturale, possono essere utili ad alleviare i disturbi tipici della menopausa.

Le taccole, chiamate anche comunemente piselli mangiatutto, sono dei legumi tipici della primavera che, come sottolinea anche il nome, non vanno sgranati ma si possono mangiare nella loro interezza. Le taccole vantano interessanti proprietà: innanzitutto sono ricche di fibre e quindi aiutano la regolarità intestinale. Grazie poi alla buona quantità di vitamine e sali minerali che contengono, questi legumi possono essere considerati un integratore naturale riminerallizzante, possono aiutare a contrastare situazioni di anemia, grazie alla presenza di ferro, un sale minerale importante anche nel caso si soffra di stanchezza o si abbia necessità di recupero dopo una malattia. Tra le proprietà più apprezzate delle taccole c’è la capacità di saziare e diminuire il senso di fame a fronte di un apporto calorico molto basso. Tra l’altro sono in grado di ridurre l’assorbimento di zuccheri e grassi, ottime quindi anche per tenere a bada glicemia e colesterolo. Visto poi l’indice glicemico basso, il consumo di taccole è consigliato anche a chi soffre di diabete tipo 2. Sono ricche inoltre di fitoestrogeni e dunque contribuiscono a regolare il ciclo mestruale femminile quando problematico.

Curiosità : Lo studio dei piselli suggerì a Gregor Mendel (1822-1884) la teoria dell’ereditarietà. Lo scienziato, attraverso esperimenti di fecondazione artificiale su migliaia di piante di pisello, durati quasi dieci anni, formulò le leggi di base dell’ereditarietà, valide per tutti gli organismi animali e vegetali a struttura cellulare: le famose Leggi di Mendel.

Ecco un piatto speciale con i piselli: PISELLI CON PANCETTA IN PADELLA: lasciare fondere in un tegame, a fuoco dolce, una noce di burro. Aggiungere due cucchiai d’olio e fare rosolare la pancetta tagliata a striscioline o a dadini per 5 minuti o poco più, avendo cura che pur diventando colorita resti morbida. Aggiungere i pisellini, coprire e, sempre a fuoco dolce, cuocere per 8-10 minuti. Durante la cottura mescolare un paio di volte con estrema delicatezza con un cucchiaio di legno, per evitare che si rompano. I piselli con pancetta in padella sono pronti da servire ben caldi.

E con le taccole: TACCOLE SOFFRITTE: Lavare bene le taccole, tagliare le due estremità, togliere il filo che passa nella parte centrale del baccello, cuocerle al vapore per massimo 15 minuti o bollirle per massimo 10 minuti, in una pentola a parte fare soffriggere uno spicchio di cipolla con olio e quindi aggiungervi le taccolle lasciarle cuocere ancora alcuni minuti, insaporire il tutto con un pizzico di pepe e sale e servirle calde.



RAPANELLI o RAVANELLI

I ravanelli (o rapanelli) sono radici commestibili inquadrate nel gruppo degli ortaggi. La pianta dei ravanelli è di tipo erbaceo e produce un solo frutto per volta. Originari dell’Asia, i ravanelli sono ricchi di proprietà benefiche per l’organismo umano. Il loro nome scientifico è Raphanus sativus e ne esistono di verse specie. La più nota dalle parti del Mediterraneo, dove i ravanelli sono coltivati da tempo, soprattutto con le stagioni più belle, è quella con le radici rosse (la parte che solitamente si mangia) a polpa bianca. E si può consumare anche cruda. I ravanelli superano la stagione invernale sotto forma di seme ma al momento della germinazione crescono molto rapidamente. A livello colturale, , è possibile cogliere i rapanelli già a venti giorni dalla semina della pianta.
La porzione commestibile dei ravanelli è la radice, nonostante alcuni mangino pure le giovani foglie basali. La radice dei rapanelli, di grosse dimensioni e turgida al tatto, racchiude i liquidi e le molecole nutrizionali determinanti allo sviluppo del frutto; ovviamente, per consumare i ravanelli al massimo delle loro caratteristiche organolettiche e gustative, è necessario coglierli prima che emettano il fiore e poi il frutto. I ravanelli sono ortaggi dal basso potere calorico e ad alto contenuto d'acqua, di fibra, di sali minerali e di vitamine. Sono utili per le loro proprietà colecistocinetiche, quindi utili nel trattamento della discinesia biliare o dei disturbi biliari cronici. Tutti i nutrienti energetici sono presenti in modestissime quantità, con leggera prevalenza del fruttosio su proteine e lipidi. Tra i sali minerali si evidenzia una buona concentrazione di potassio, mentre tra le vitamine spicca l'acido ascorbico o vitamina C (potente antiossidante coinvolto - tra l'altro - nella conservazione del sistema immunitario). E, ancora, sono utili per la vista e donano elasticità alla pelle grazie alle tante vitamine contenute, soprattutto C e B. Oltre che crudi, i ravanelli fanno bene anche cotti o persino stufati e contengono anche lipidi, proteine e carboidrati.

Il metodo più classico di consumare il Rapanello è crudo in pinzimonio con un filo d’olio, sale e un goccio di aceto.

Curiosità: Del ravanello, inoltre, non si butta via nulla. Neppure le foglie. Anche in questo caso si può decidere di mangiarle sia crude che cotte, come condimento per la pasta o in una deliziosa insalata alla ricerca di sapore, profumo e benessere per l’organismo. Ma c’è anche chi le utilizza per preparare pesto, frittata o zuppa. Le foglie dei ravanelli, infine, vanno a nozze con le patate e pertanto si possono anche preparare crocchette fritte o cotte al forno.




ZUCCHINE


Fa parte della famiglia delle cucurbitacee, che comprende altri ortaggi come cetriolo , zucca , cocomero e melone; come buona parte degli esemplari di questa famiglia la pianta è annuale con fusto erbaceo strisciante o rampicante, teme il freddo, necessita di clima mite e di una posizione aerata e soleggiata. I fiori sono maschili, e si sviluppano a parte su un tralcio proprio, e femminili, presenti sul frutto. Poiché le zucchine si riproducono per impollinazione naturale, è bene fare attenzione a non raccogliere troppi fiori maschili, le più diffuse sono le zucchine lunghe, di forma cilindrica, che possono essere distinte innanzitutto dal colore: le sfumature spaziano dal verde molto scuro o smeraldo, a quello più chiaro. La zucchina, ortaggio apparentemente modesto, in realtà ha il potenziale per essere una protagonista della tavola.

Un piccolo frutto in genere poco appariscente, raccolto quando nemmeno è ancora giunto a maturazione, che per un appassionato di cucina può rivelarsi un tesoro. Può essere servita cruda, fritta, grigliata, cotta al vapore, lessata; offre un fiore apprezzatissimo anche ripieno e in pastella; regala forme che variano da quella cilindrica a quella tonda, perfetta per le ricette che prevedono ripieni, e colori che spaziano dal verde smeraldo al bianco al giallo. Dal punto di vista del benessere, è composta principalmente d’acqua, ha pochissime calorie, offre vitamine A e C e tanto potassio. Le zucchine sono composte per circa il 95 per cento d’acqua; per questo sono indicate sia a scopo diuretico sia nelle diete ipocaloriche, poiché presentano pochi zuccheri, pochissimi grassi e poche calorie. Anche l’apporto di proteine vegetali è però estremamente scarso; le fibre sono presenti ma non in grande quantità. In linea di massima le zucchine sono molto facilmente digeribili, anche se è necessario tenere presente che sulla digeribilità incide il metodo di cottura scelto, poiché assorbono molto i condimenti. Sono comunque consigliate per chi ha problemi digestivi e tendono anche a regolare problemi intestinali.

FIORI DI ZUCCA IN PASTELLA: Staccare il gambo del fiore di zucca o la zucchina col coltello. Togliere con le mani i pistilli esterni e il bocciolo all'interno  e mettere da parte. In una ciotola capiente setacciare tutta la farina, intiepidire una parte di acqua e scioglietevi all'interno il lievito di birra, unire il lievito e metà dell'acqua alla farina, aggiungere un pizzico di sale e un pizzico di zucchero e iniziare ad amalgamare gli ingredienti. Pian piano finire di aggiungere la restante acqua fino ad ottenere un'impasto omogeneo. Lasciare riposare la pastella per circa 30 minuti. Immergere i fiori di zucca nella pastella fino a ricoprirli completamente, immergerli nell'olio precedentemente portato a temperatura, e lasciarli dorare completamente. Una volta pronto il fiore di zucca deve essere posizionato sulla carta da cucina per qualche minuto in modo tale che perda tutto l'olio in eccesso. Salarli e servirli caldi.



FAGIOLINI

I fagiolini fanno parte della famiglia delle leguminose, dopo la semina in primavera  si possono raccogliere per tutta l’estate e anche all’inizio dell’autunno. Sono arrivati in Europa dopo la scoperta dell’America e ora sono diffusi in tutta Italia e nel mondo. I fagiolini sono una fonte preziosa di vitamine e di sali minerali. Contengono soprattutto vitamina A, vitamina C, potassio, ferro e fosforo. Sono anche una fonte vegetale di calcio da non sottovalutare. Le proprietà benefiche dei fagiolini sono inoltre legate al loro contenuto di antiossidanti, come il betacarotene e la luteina. Gi antiossidanti aiutano il nostro corpo a proteggersi dall’azione dei radicali liberi e riparano la vista e la pelle dall’invecchiamento precoce.  Gli antiossidanti e i flavonoidi presenti nei fagiolini sono benefici per il cuore e per la circolazione e potrebbero anche risultare utili per proteggere il nostro organismo dalle infiammazioni. I fagiolini sono anche una fonte di silicio, un minerale meno conosciuto rispetto al calcio e al magnesio ma che è considerato molto importante per la salute delle ossa e per la formazione del tessuto connettivo. La raccomandazione è di cuocere i fagiolini freschi al vapore in modo che mantengano il più possibile le loro proprietà nutritive. Il consumo di fagiolini non ha controindicazioni particolari, salvo allergie o intolleranze a questo alimento.

Ed ora uno dei modi più classici del consumo del fagiolino cotto, i fagiolini saltati in padella : Pulite e lavate i fagiolini: pulire i fagiolini è molto semplice, ma richiede un po’ di pazienza, vanno infatti eliminate le estremità di ogni fagiolino spezzandole o con le mani o con un coltello, tirando via il picciolo viene asportata anche la parte filamentosa che corre lungo il baccello che può essere leggermente legnosa. Fatto questo fateli bollire in acqua leggermente salata e scolateli al dente, nel frattempo lavate e tagliate la cipolla a pezzi grossolani e fatela imbiondire in padella con l’olio e un pizzico di sale e pepe, aggiungete i fagiolini, se volete tagliati in due, mescolateli alla cipolla e fate saltare il tutto per due minuti, in modo che si amalgamino i sapori e la cipolla si abbrustolisca leggermente senza bruciare. Serviteli caldi e con una nuova spolverata di pepe e, se volete, del parmigiano grattugiato.



POMODORI


I pomodori, sono ritenuti uno degli ortaggi simbolo della stagione estiva, in cui raggiungono la loro piena maturazione. Il pomodoro è una pianta originaria del Perù che negli ultimi 200 anni è stata selezionata in moltissime varietà da coltivare, adeguandola ai più disparati climi e terreni. Dal pomodoro a ciliegina fino al cuore di bue, per via delle sue numerose varietà e dei mille utilizzi che trova in cucina. Il pomodoro è un ortaggio per cui sono state selezionate tante varietà, diverse possono essere le forme del frutto (ad esempio piriformi, allungati, rotondi, a ciliegina) e il colore della buccia (dal giallo al rosso, con striature di nero o di verde), ma soprattutto distinguiamo le diverse varietà di pomodori in base al tipo di crescita della pianta. Abbiamo quindi pomodori a crescita determinata (smette di crescere) o indeterminata (continua a crescere e quindi deve essere cimato). Ci sono tante varietà di pomodoro famose, in genere si distinguono quelle da salsa da quelle da tavola una  buona varietà di pomodori da tavola è ad esempio il “ cuore di bue” .I pomodori sono un frutto ricco d'acqua, vitamine e sali minerali, ma povero di calorie. Anche chi segue una dieta con restrizione calorica di solito può consumare pomodori senza problemi. Il consumo di pomodori può portare ad una diminuzione del rischio di incorrere in patologie cardiache inoltre sono ricchi di vitamina C, un elemento ritenuto fondamentale nel corretto funzionamento del nostro sistema immunitario, sono un potente antiossidante, è considerato un alimento altamente protettivo per il nostro organismo nei confronti delle malattie degenerative legate ai processi di invecchiamento. I nutrienti fondamentali contenuti nei pomodori, conferiscono ad essi delle comprovate proprietà preventive nei confronti del cancro, con particolare riferimento ai tumori che colpiscono il colon e la prostata. Il consumo dei pomodori può essere considerato adatto a tutti coloro che necessitino di intraprendere una dieta dimagrante. Pare infatti che essi contribuiscano ad aiutare l'organismo nella perdita di peso. Ciò avverrebbe poiché i pomodori sarebbero in grado di stimolare la produzione dell'aminoacido carnitina, utilizzato dall'organismo per trasformare i lipidi in energia. I pomodori sono considerati come alimenti in grado di aiutare l'organismo a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo nel sangue. Il loro consumo è dunque ritenuto adatto per coloro che abbiano questa necessità. I pomodori sono benefici per gli occhi e per la vista, che sono in grado di proteggere per via del loro contenuto di betacarotene e luteina, in grado di ripararli dalle malattie degenerative. I pomodori sono in grado di favorire il buon funzionamento dell'intestino per via del loro contenuto di fibre vegetali, particolarmente presenti nella sua buccia: per questo il consumo di pomodori viene spesso consigliato a coloro che soffrono di stitichezza e intestino pigro. Per via del suo elevato contenuto di acqua, il pomodoro è in grado di stimolare la diuresi soprattutto se è consumato fresco e crudo, senza l'aggiunta di sale.

Sono infiniti i modi consumare il pomodoro sia esso fresco o trasformato, dal più semplice pinzimonio con olio e sale alle rinomate conserve, passando per contorni e sughi senza confini….



MELANZANE


La pianta della melanzana, appartiene alla famiglia delle Solanaceae ed è originaria dell’India dove cresceva spontanea già più di 4.000 anni fa. La melanzana cominciò a diffondersi in Italia intorno al 400 d.C. ad opera degli arabi. Ad oggi l’Italia rappresenta uno dei maggiori paesi europei esportatore di tale ortaggio. La melanzana è un ortaggio tipicamente estivo, infatti, al di sotto dei 12°, la pianta smette di crescere. È un ortaggio che non può essere consumato crudo. Oltre ad avere un gusto non proprio gradevole infatti, contiene una sostanza tossica il cui nome è solanina. Le melanzane sono ricchissime di minerali, in particolare potassio, fosforo e magnesio; sono quindi un utile aiuto durante l’estate, quando con la sudorazione si tende a perdere minerali, soprattutto potassio, contengono inoltre una buona quota di vitamine, in particolare vitamina A, vitamine del gruppo B, vitamina C, vitamina K e vitamina J. Le melanzane sono ricchissime di acqua e, per questo motivo, possono essere considerate un alimento depurativo, utile in caso di ritenzione urinaria. Sono poco caloriche e piuttosto ricche di fibre; sono dunque utili anche in caso di diete dimagranti e per combattere la stitichezza. Le melanzane, inoltre, stimolano la produzione di bile e aiutano a mantenere sotto controllo i livelli di colesterolo nel sangue. Come tutti i vegetali di colore viola, le melanzane sono molto ricche di antiossidanti.

Vista l’alta presenza di solanina, è bene non mangiare le melanzane crude. Con la cottura infatti questa sostanza si elimina in gran parte e il gusto sgradevole di questo ortaggio acquista invece tutt’altro sapore. Le melanzane si possono cucinare in molti modi: alla griglia, fritte, ripassate in padella, al forno oppure si può scegliere di utilizzarle per fare delle conserve (ottime le melanzane sott’olio) oppure delle gustose creme o salse con le quali condire pasta e risotto ma anche da spalmare sul pane come aperitivo. Spesso le melanzane si trovano in piatti tipici della tradizione delle varie regioni italiane, tutti in particolare conoscono le melanzane alla parmigiana.



PATATE


Le patate sono i tuberi commestibili prodotti da una pianta erbacea originaria del continente americano ed appartenente alla Famiglia delle Solanacee (la stessa di pomodori, melanzane e peperoni). Esistono quattro tipi di patata che si trovano normalmente in commercio:


 

  • Patate a pasta gialla, dalla polpa compatta, derivano il loro colore dalla presenza di caroteni. Sono impiegate per le patatine fritte industriali e casalinghe, ma sono adatte anche per le insalate e le cotture in forno.
  • Patate a pasta bianca, dalla polpa farinosa che si spappola durante la cottura. Sono adatte ad essere schiacciate, per esempio nel purè, nelle crocchette o negli gnocchi.
  • Patate novelle, caratteristiche per la buccia sottile, vengono raccolte quando la maturazione non è completa. Sono a breve conservazione e andrebbero bollite con la buccia.
  • Patate a buccia rossa e pasta gialla, caratterizzate dalla polpa soda che le rende indicate per le cotture intense quali cartoccio, forno e frittura.
     

Le patate sono cibi di origine vegetale che rientrano, assieme ai cereali e derivati, nel III gruppo fondamentale degli alimenti. Ricche di carboidrati complessi, risultano comunque meno energetiche dei cereali secchi, delle farine, della pasta (anche cotta), del pane e dei frutti amidacei (come le castagne). Ad ogni modo non si deve commettere l'errore di mangiarle come fossero semplici ortaggi. Mediamente, le patate contengono tra il doppio ed il quadruplo delle calorie rispetto alle verdure comuni, ed il 50% in più dell'energia rispetto ai frutti dolci più calorici (o fino al doppio di quelli meno zuccherini). Le patate sono commestibili solo cotte. Crude, soprattutto mal conservate (germogliate) e con la buccia, oltre a risultare indigeste, possono contenere livelli "fastidiosi" di solanina (un alcaloide tossico). Si prestano a moltissimi tipi di ricette, appartenenti soprattutto al gruppo dei contorni e dei primi piatti. I metodi di cottura prediletti sono: lessatura in acqua, a vapore, arrosto e fritte.

Le patate oggi sono molto popolari in Europa. In Italia sono utilizzate per preparare gnocchi e purè, oppure accompagnano i pasti bollite, arrostite o saltate; di solito vengono consumate senza buccia. Le ricette più comuni sono quelle del purè di patate, preparato con patate bollite, pelate e schiacciate, cui in seguito si aggiungono latte e burro. Vi sono poi le patate cotte intere al forno; le patate bollite o cotte al vapore; tagliate in cilindri o in dischi, o a cubetti o a fette e poi fritte; tagliate a cubetti e cotte al forno; cotte in casseruola e condite con salse dense; possono essere altresì usate per fare gnocchi. Tagliate in pezzi, le patate sono un ingrediente comunemente usato nello spezzatino.

Curiosità: La patata si affermò soltanto a partire dalla metà del XVIII secolo, quando il rapido incremento della popolazione in Europa, con l'aumento delle necessità di cibo, rese necessaria l'adozione di coltivazioni, come la patata e il mais, che avevano un rendimento maggiore rispetto ai cereali. La patata poteva infatti fornire una quantità di calorie di 2-4 volte superiore a parità di superficie coltivata rispetto al frumento, alla segale e all'avena; inoltre aveva tempi di maturazione minori. Questo comportò soprattutto nei territori più poveri come le nostre vallate un eccessivo spezzettamento della proprietà fondiaria ed un incremento della popolazione che furono alla base poi delle successive ondate migratorie e conseguente spopolamento dei territori montani.

La patata era considerata un alimento di bassa qualità da destinare all'autoconsumo dei contadini e agli strati sociali inferiori, oltre che agli animali, mentre le coltivazioni di migliore qualità erano destinate alla vendita. Non mancarono resistenze da parte dei contadini, che vedevano nell'adozione della patata un impoverimento della loro alimentazione, anche per la cattiva qualità delle varietà inizialmente disponibili, e perché la patata veniva proposta, del tutto erroneamente, come adatta per la produzione di pane. Ma all'inizio dell'Ottocento ci si rese conto che la patata poteva essere utilizzata anche per preparazioni raffinate, come dimostra la sua comparsa nei libri di ricette di quel periodo.



CIPOLLA

La cipolla è una pianta erbacea appartenente al Genere Allium, specie cepa. La cipolla, intesa come alimento, è il bulbo commestibile prodotto dall'omonima pianta erbacea; fortemente aromatica, questa verdura è botanicamente imparentata con altri ortaggi-spezia dalle caratteristiche simili, come aglio, porro, scalogno ed erba cipollina. La pianta della cipolla è caratterizzata da lunghe e sottili foglie cave, color verde bluastro, alla base delle quali, prima delle radici, si sviluppa il bulbo commestibile. A piena maturazione questo bulbo è avvolto da uno strato esterno più secco di colore bianco, giallo o rosso. Sostanzialmente si divide in 3 tipologie principali, distinte per colorazione: cipolle rosse, bianche e ramate, in Italia ne esistono tantissime varietà, da Nord a Sud. La polpa, tipicamente stratificata, è color bianco-giallognola o rossa. La cipolla è estremamente diffusa, quasi in tutto il mondo, e se ne coltivano molteplici varietà; immancabile ingrediente di numerose ricette, la cipolla si distingue per l'abbondante presenza di oligoelementi, vitamine ed enzimi che stimolano la digestione e il metabolismo. Contiene livelli poco interessanti di vitamina C e carotenoidi. Inoltre, rispetto ad altre verdure, non brilla per l'elevato contenuto in fibra totale. La cipolla contiene molta acqua e presenta una discreta quantità di fruttosio, zucchero che, oltre a conferirle una certa dolcezza, le dona una blanda funzione energetica. In merito ai sali minerali e alle vitamine, non si evidenziano concentrazioni degne di particolare nota, per cui è possibile affermare che la cipolla contenga "di tutto un po'". La cipolla si presta alla maggior parte dei regimi alimentari e, per il contenuto di alcune molecole blandamente piccanti, può essere controindicata in caso di ipersensibilità e/o patologie gastro intestinali come: acidità di stomaco, gastrite, ulcera, colon irritabile, emorroidi e ragadi anali, al contrario, sembra esercitare un impatto favorevole su certi disagi metabolici (ipertensione, ipercolesterolemia ecc). La vera "ricchezza" di questo ortaggio non risiede nei nutrienti energetici, bensì nelle molecole a funzione antiossidante e benefica per il metabolismo. Oltre a costituire un alimento utilizzato in numerosissime ricette, le cipolle sono considerate dei veri e propri rimedi naturali per la salute. Nell’antichità infatti erano già utilizzate per depurare il sangue, c’è chi dice che siano efficaci per alleviare i sintomi del raffreddore e dell’influenza.            

In cucina la cipolla può essere consumata cruda o cotta, spesso come contorno-condimento di altri cibi, ma non mancano anche i consumi come alimento principale ecco un semplice esempio : le cipolle al forno sono un dolce e saporito contorno, ideale per accompagnare piatti rustici di carne e di pesce. In questa preparazione le cipolle vengono prima sbollentate e poi passate in forno a gratinare con una spolverizzata di prezzemolo e pangrattato. Si tratta di una ricetta davvero semplice, dove la dolcezza naturale delle cipolle viene esaltata dalla prolungata cottura in forno.

Curiosità: La cipolla una volta raccolta e ben essiccata al sole non patisce il gelo e quindi può essere conservata facilmente in ogni luogo.



PEPERONI

I peperoni (Capsicum annum), appartengono alla famiglia delle Solanacee. Originari dell'America Meridionale e delle Antille, nei paesi più caldi la pianta è coltivata come perenne. In Italia invece è una pianta annuale dato che il ciclo termina in inverno per il troppo freddo. I peperoni sono stati importati dall'America centro-meridionale in Europa dagli spagnoli durante la prima metà del XVI secolo d.C. In Europa, erano inzialmente conosciuti con la nomea di "pepe del Brasile".
L'arbusto dei peperoni è eretto, provvisto di una lieve peluria ed alto non più di 100-150cm; la pianta ha foglie verdi e lucide, lanceolate, i fiori sono bianchi e crescono appena sotto o sopra le foglie  rispettivamente uno per nodo. Dei peperoni se ne consuma il frutto, o meglio, la bacca; questa, dapprima verde e poi (in seguito a maturazione) pigmentata di giallo o di rosso in base alla varietà, racchiude una placenta (pellicola bianca) che lega alcuni semi chiari, tondi e schiacciati. Proprio la placenta e i semi contengono il famoso principio attivo piccante dei peperoni: la capsicina. Il peperone è molto vario nella forma, nel colore e nel sapore: possiamo trovare forme più allungate adatte alla frittura,  forme più tonde, a campana o vagamente quadrangolari. Il sapore va dal dolce e delicato al forte e piccante. Le dimensioni sono variabili a seconda della varietà. Il colore cambia nella maturazione dal verde al giallo, dal verde al rosso, dal verde allo striato giallo o rosso. Alcune varietà particolari tipiche hanno maculature e viraggi verso il viola, l’arancione e altri colori scuri. I peperoni  sono composti al 92% da acqua, e sali minerali quali fosforo, magnesio, potassio, ferro e calcio. Contengono una percentuale di vitamina C quattro volte maggiore che negli agrumi con la conseguente capacità di aumentare la resistenza alle infezioni; inoltre irrobustisce i muscoli e favorisce l’assorbimento del ferro. Inoltre insieme al contenuto di vitamina A, di cui sono molto ricchi, otteniamo il beneficio di una prevenzione dai radicali liberi grazie alle proprietà antiossidanti di queste due vitamine. Questo permette, secondo gli studi, di prevenire malattie di invecchiamento della pelle, tumori e malattie cardiovascolari. Tra le vitamine troviamo la presenza del gruppo B e delle vitamine E, J e K. Il potassio e il carotene hanno anche proprietà diuretiche quindi utili alla funzioni urinarie. La percentuale di fibra è buona e questo lo fa rientrare tra i cibi utili al controllo del peso visto il senso di sazietà che aumenta con poche calorie assunte per porzione (alimentazione ipocalorica). Un'altra sostanza presente è la capsaicina, molto più ricca nel suo “fratello” peperoncino, ma anche nel peperone la troviamo in buone quantità sotto la buccia che porta così proprietà antibatteriche, antidiabetiche, analgesiche e antitumorali.

Al forno, ripieni, alla griglia, saltati in padella o in insalata: i peperoni sono adatti a tutti gli usi in cucina; vengono usati anche per minestre, salse, purè e per condire la pasta. In particolare si ricorda l’antipasto ai peperoni, ricetta tradizionale piemontese, davvero semplice da realizzare. E' una ricetta ricca di gusto in cui l’'acciuga regala sapidità alla dolcezza del peperone. antipasto ai peperoni, è davvero semplice da realizzare: tritare i filetti d'acciuga insieme agli spicchi d'aglio, fare rosolare in un tegame con olio e una noce di burro, aggiungere un goccio di latte, lavare intanto i peperoni, dividerli ciascuno in quattro parti in senso longitudinale e pulirli dai semi e dai filamenti. Unite i peperoni al trito rosolato nel tegame e continuate a soffriggere il tutto fino a quando i peperoni non saranno quasi appassiti e la preparazione ben insaporita. Serviteli immediatamente.

Curiosità: Alcune persone non digeriscono il peperone; da un lato un motivo è la presenza sulla buccia di cellulosa che noi esseri umani non scindiamo come gli erbivori e quindi in grosse quantità risulta indigesta, dall’altro lato l’alimentazione moderna porta a consumare troppi prodotti della famiglia delle solanacee che contengono una sostanza chiamata solanina, che se assunta in dosi elevate è persino tossica e il corpo spesso ne diviene intollerante rifiutandone anche la digestione. Il peperone produce meno solanina se è coltivato al sole e nel sua periodo di coltivazione (estate), quindi il modo migliore è rispettare la stagionalità sia per i peperoni che per le altre solanacee (patate, pomodori e melanzane) senza abusare nei quantitativi. L’ultimo consiglio è quello di preferire i peperoni colorati, rossi e gialli, mentre quelli verdi essendo più acerbi sono da evitare visto la percentuale maggiore di solanina.



CAROTE

Il nome scientifico della carota è Daucus carota ed è una pianta erbacea originaria delle zone temperate europee. Le carote appartengono alla famiglia delle Ombrellifere, così chiamate perché formano delle infiorescenze a forma di ombrello. A questa famiglia appartengono anche i finocchi, il prezzemolo, il sedano, il cumino e l’aneto. Quando pensiamo alle carote ci viene in mente la più comune varietà di colore arancione ma in realtà ne esistono di diversi colori, ad esempio bianco, viola, rosso e giallo. Nonostante le carote si trovino tutto l’anno, la primavera è la stagione più adatta per la semina e l’estate quella migliore per la raccolta (che avviene di solito dopo 2 o 3 mesi dalla semina). Le carote raccolte in estate hanno anche un colore più brillante per via delle temperature più miti in cui sono cresciute. I numerosi nutrienti presenti, conferiscono alle carote proprietà particolarmente utili al benessere della vista, del cuore, della pelle e dell’apparato digerente. Le carote sono inoltre note per il loro alto contenuto in beta carotene, un pigmento vegetale che non a caso prende il suo nome proprio da questo ortaggio, da cui è stato isolato per la prima volta. Il beta carotene è un composto antiossidante che contrasta la produzione dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare. Inoltre nell’organismo esso viene convertito in vitamina A, indispensabile per molte funzioni biologiche. Le proprietà delle carote e i benefici che apportano alla nostra salute: Salutari per l’apparato cardiovascolare: i numerosi composti antiossidanti presenti nelle carote, proteggono le arterie dai danni ossidativi. Ricche di vitamine e sali minerali: oltre che di beta carotene e di antiossidanti, le carote sono anche una fonte eccellente di vitamina K, vitamina B6, biotina, vitamina C, ma anche di sali minerali come potassio, rame e manganese. Dietetiche: povere di calorie, le carote si prestano ad essere consumate anche da chi segue un regime dietetico ipocalorico, poiché, grazie anche all’elevato contenuto di fibre, determinano un senso di sazietà che spesso ci allontana dal consumo di ulteriori alimenti. Benefici per l’apparato digerente: è proprio il contenuto di fibre, insieme alla presenza dei composti antiossidanti, che fa sì che le carote abbiano un ruolo protettivo sulla mucosa del tratto digerente e preventivo nell’insorgenza del cancro al colon. Alleate della vista: la vitamina A aiuta a proteggere la cornea ed alcuni studi hanno dimostrato che potrebbe avere un ruolo nella prevenzione della degenerazione maculare, una importante patologia che colpisce la retina. Amiche della pelle: non dimentichiamo poi i benefici che le carote hanno sull’abbronzatura; grazie al loro contenuto in alfa e beta carotene, non solo favoriscono l’abbronzatura, ma hanno effetto fotoprotettivo sulla pelle. Il consumo di carote non ha controindicazioni, tant’è che è uno dei primi alimenti che viene inserito nella dieta dei bambini durante lo svezzamento.

Il modo migliore per mangiare le carote e godere pienamente sia delle loro caratteristiche organolettiche sia dei loro effetti benefici è consumarle crude, da sole o  in gustose insalate miste. Molti dei fitonutrienti presenti nella carota, infatti, vengono danneggiati dal calore anche se il beta carotene, in particolare, è particolarmente resistente alle alte temperature. Il miglior modo per cuocerle è al vapore, poiché in queste condizioni il beta carotene è più facilmente assimilabile dall’organismo.

Curiosità: Le prime carote coltivate nell’antico Egitto ed in Iran, Afghanistan e Pakistan erano carote viola. Solo in seguito, nel 1700 in Olanda, furono selezionate le carote arancioni. Attualmente la varietà di carota viola è stata recuperata ed è ritenuta molto pregiata per le sue caratteristiche nutrizionali, anche migliori rispetto a quelle della più comune carota arancione.